giovedì 20 settembre 2012

Amilcare Cipriani, l'internazionalista baricadero (1844-1918)

Amilcare Cipriani nacque ad Anzio, il 18 ottobre 1844, ma la sua famiglia si trasferì a Rimini quando aveva appena quindici giorni. Trascorse l'infanzia in una scuola gestita da religiosi, che disprezzavano il temperamento ribelle del ragazzo. Scappò di casa per arruolarsi nell'esercito Piemontese, era il 1859, e lui non era ancora quindicenne quando combatté nella battaglia di S. Martino. Fu tra i Mille accanto di Garibaldi nel famoso 1860. Di nuovo al suo fianco fu anche durante la disastrosa impresa in Aspromonte. Raggiunse la Grecia (qui Cipriani costituì il " Club Democratico" e con Emanouil Dadaoglou, nel 1862, organizzò un gruppo violentemente ostile al Re Otto di Grecia) e poi l'Egitto da ricercato; nel 1866 il "disertore" tornò a combattere tra le file di Garibaldi. Nel 1867, dopo il rientro ad Alessandria d'Egitto, in una rissa uccise un italiano e accoltellò due guardie egiziane. A Londra, dove si rifugiò, conobbe Giuseppe Mazzini e fece parte della I Internazionale; successivamente si trasferì in Francia, dove combatté con Garibaldi contro i Prussiani. Cipriani partecipò alla difesa della Comune di Parigi (1871), a causa della quale fu condannato a morte, pena poi convertita all’esilio in Nuova Caledonia (come Louise Michel). Fu graziato dopo otto anni, nel 1880. Espulso dalla Francia, si spostò in Svizzera, dove conobbe Carlo Cafiero. Nel gennaio 1881 fu arrestato in Italia con l’accusa di "cospirazione"; nel 1882, ad Ancona, fu processato per i fatti egiziani e condannato a vent'anni di lavori forzati da scontare a Portolongone. La sua fama rimase immutata e nel 1886, alle elezioni politiche, fu presentata la sua "candidatura di protesta" nei collegi di Ravenna e Forlì, dove risultò eletto con un plebiscito. Nel 1888, grazie anche alle pressioni popolari, il nuovo processo sui fatti egiziani lo assolse da ogni accusa. Tornò nuovamente a Parigi dove fondò l'"Unione dei popoli latini", si avvicinò alle posizioni socialiste rivoluzionarie e anarchiche, collaborando attivamente a quotidiani e periodici, tra cui Le Plébéien (Il Plebeo). Durante il congresso di Zurigo della II Internazionale, Cipriani si dimise dal suo mandato per protesta contro l’esclusione degli anarchici. Nel 1891 partecipò come delegato ai lavori del Partito Socialista Rivoluzionario Anarchico e, il 1° Maggio all’insurrezione di piazza Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Nel 1897, mente i rapporti con il nazionalista Mazzini si erano oramai completamente deteriorati, combatté in Grecia contro i Turchi, prima di essere incarcerato in Italia, con la condanna a tre anni. Dal 1911 in Italia i suoi scritti divennero illegali perché considerati sovversivi. Nel 1914, ancora una volta, fu eletto, come forma di protesta, ma non poté sedere in Parlamento per essersi rifiutato di prestare il rituale giuramento al Re. Morì a Parigi, il 2 maggio 1918.

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